venerdì 21 novembre 2008

Il commercio deve contribuire allo sviluppo dei popoli


Le organizzazioni sociali dell'America centrale sollecitano una rinegoziazione dei Trattati del libero commercio firmati tra paesi dell'America centrale e Stati Uniti. Le proposte di temi per rinegoziare sono state pubblicate in un documento, per il quale le organizzazioni stanno raccogliendo firme di sostegno all'iniziativa.
In una lettera, i dirigenti delle organizzazioni affermano che alcune settimane fa sono stati informati riguardo l'interesse di un gruppo di congressisti e senatori democratici ad insistere, a partire dall'elezione di Barak Obama come presidente dell'EEUU, su una possibile negoziazione del CAFTA-DR (sigla inglese di Acuerdo de Libre Comercio de América Central y Repùblica Dominicana).
Secondo i dirigenti la nuova politica è conseguenza delle dichiarazioni di Obama che ha detto più volte, in relazione all'America Latina, che vorrebbe stabilire relazione alla pari con i paesi latinoamericani e che una volta eletto, avrebbe rivisto tutti i trattati commerciali. Per promuovere questa iniziativa in America Latina, sono stati scelti un cittadino brasiliano, un ecuadoriano, un colombiano e, nel caso del Centro America, Ottón Solís, presidente della Commissione Politica del Partido Acción Ciudadana.
Nel documento in cui si espongono le loro proposte, le organizzazioni sottolineano che il commercio deve contribuire allo sviluppo dei popoli.
Secondo gli enti, il TLC firmato tra America Centrale, Repubblica Domenicana e Stati Uniti non contribuisce a combattere la povertà né a promuovere uno sviluppo equitativo: "Il trattato protegge le multinazionali statunitensi e lascia indifesi i nostri paesi, particolarmente in agricoltura, medicina e ambiente".
Le organizzazioni propongono di riformare il Trattato di Libero Commercio con gli Stati Uniti affinché l'accordo non costringa i paesi centroamericani a convertirsi in semplici importatori di prodotti agricoli sussidiati:"Un TLC in cui, se la EEUU mantiene sostegni agricoli, i nostri paesi non dovranno eliminare le protezioni esistenti per la loro produzione alimentare".
Esigono inoltre un accordo che favorisca un politica di sicurezza alimentare nazionale e la messa a punto di politiche di sostegno verso i piccoli e medi produttori nazionali. Vogliono un TLC che non obblighi i paesi dell'America Centrale a garantire ai risparmiatori statunitensi mezzi straordinari di protezione che superano persino quelli che utilizzano negli Stati Uniti.
Un'altra proposta è un accordo che, nel campo della produzione di medicinali generici, non prolunghi la scadenza dei brevetti, né permetta un periodo addizionale per la presentazione dei dati: "Un TLC che non prolunghi il monopolio sul brevetto da parte da parte delle imprese farmaceutiche attentando alla sicurezza sociale e ad una maggiore libertà commerciale".
In relazione con la questione ambientale, le organizzazioni propongono un accordo che rispetti le varie iniziative di protezione dell'ambiente, promosse negli ultimi decenni dai paesi centroamericani, che non escluda le disposizioni delle leggi nazionali che regolano l'accesso alle risorse naturali e che includa i procedimenti per accordare concessioni e licenze per l'uso e lo sfruttamento dell'acqua e delle forze ad essa associate, dei boschi, delle risorse minerarie, delle risorse marine e della biodiversità in generale, così come i diritti delle comunità indigene legate a tali risorse.

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