venerdì 28 novembre 2008

ONU, la violenza sulle donne è pandemica


Almeno una donna su tre nel mondo viene picchiata, costretta a subire violenza sessuale o altri abusi nell’arco della sua vita, e spesso il responsabile è qualcuno vicino alla vittima. Martedì scorso, attivisti e funzionari delle Nazioni Unite hanno chiesto ai governi di adottare misure più coraggiose per porre fine alla violenza contro le donne...continua

venerdì 21 novembre 2008

LIMA, 17 novembre 2008 (IPS) - Il diritto degli indigeni a disporre del proprio territorio è sacro nella maggior parte dei paesi latinoamericani, anche se spesso è soggetto a interpretazioni controverse...continua

Il commercio deve contribuire allo sviluppo dei popoli


Le organizzazioni sociali dell'America centrale sollecitano una rinegoziazione dei Trattati del libero commercio firmati tra paesi dell'America centrale e Stati Uniti. Le proposte di temi per rinegoziare sono state pubblicate in un documento, per il quale le organizzazioni stanno raccogliendo firme di sostegno all'iniziativa.
In una lettera, i dirigenti delle organizzazioni affermano che alcune settimane fa sono stati informati riguardo l'interesse di un gruppo di congressisti e senatori democratici ad insistere, a partire dall'elezione di Barak Obama come presidente dell'EEUU, su una possibile negoziazione del CAFTA-DR (sigla inglese di Acuerdo de Libre Comercio de América Central y Repùblica Dominicana).
Secondo i dirigenti la nuova politica è conseguenza delle dichiarazioni di Obama che ha detto più volte, in relazione all'America Latina, che vorrebbe stabilire relazione alla pari con i paesi latinoamericani e che una volta eletto, avrebbe rivisto tutti i trattati commerciali. Per promuovere questa iniziativa in America Latina, sono stati scelti un cittadino brasiliano, un ecuadoriano, un colombiano e, nel caso del Centro America, Ottón Solís, presidente della Commissione Politica del Partido Acción Ciudadana.
Nel documento in cui si espongono le loro proposte, le organizzazioni sottolineano che il commercio deve contribuire allo sviluppo dei popoli.
Secondo gli enti, il TLC firmato tra America Centrale, Repubblica Domenicana e Stati Uniti non contribuisce a combattere la povertà né a promuovere uno sviluppo equitativo: "Il trattato protegge le multinazionali statunitensi e lascia indifesi i nostri paesi, particolarmente in agricoltura, medicina e ambiente".
Le organizzazioni propongono di riformare il Trattato di Libero Commercio con gli Stati Uniti affinché l'accordo non costringa i paesi centroamericani a convertirsi in semplici importatori di prodotti agricoli sussidiati:"Un TLC in cui, se la EEUU mantiene sostegni agricoli, i nostri paesi non dovranno eliminare le protezioni esistenti per la loro produzione alimentare".
Esigono inoltre un accordo che favorisca un politica di sicurezza alimentare nazionale e la messa a punto di politiche di sostegno verso i piccoli e medi produttori nazionali. Vogliono un TLC che non obblighi i paesi dell'America Centrale a garantire ai risparmiatori statunitensi mezzi straordinari di protezione che superano persino quelli che utilizzano negli Stati Uniti.
Un'altra proposta è un accordo che, nel campo della produzione di medicinali generici, non prolunghi la scadenza dei brevetti, né permetta un periodo addizionale per la presentazione dei dati: "Un TLC che non prolunghi il monopolio sul brevetto da parte da parte delle imprese farmaceutiche attentando alla sicurezza sociale e ad una maggiore libertà commerciale".
In relazione con la questione ambientale, le organizzazioni propongono un accordo che rispetti le varie iniziative di protezione dell'ambiente, promosse negli ultimi decenni dai paesi centroamericani, che non escluda le disposizioni delle leggi nazionali che regolano l'accesso alle risorse naturali e che includa i procedimenti per accordare concessioni e licenze per l'uso e lo sfruttamento dell'acqua e delle forze ad essa associate, dei boschi, delle risorse minerarie, delle risorse marine e della biodiversità in generale, così come i diritti delle comunità indigene legate a tali risorse.

"Ricostruiamo il Buon Vivere per tuti i popoli del Mondo"


I popoli indigeni dell’ Abya Yala si pronunciano contro il modello globale che causa sfollamento dai territori e criminalizzazione della protesta socialeMESSICO DF.
La sessione consultiva dei popoli indigeni che assiste alla VII Foro del Fondo per lo sviluppo dei popoli indigeni di America e Caraibi (Fondo Indigeno) si è pronunciata contro il modello economico globale, che provoca l'espropriazione e la distruzione dei territori indigeni e la criminalizzazione delle loro proteste, attraverso persecuzioni, assassinii, spostamenti forzati e rapimenti.La sessione del Fondo Indigeno che si è svolta a Città del Messico ha riunito i rappresentanti dei paesi di Nord, Centro e Sudamerica. I leader indigeni provenienti da tutto il continente hanno unito al loro rifiuto al modello economico, il loro appoggio e la loro solidarietà alle lotte dei popoli indigeni della Colombia e del Perù. Il loro pronunciamento è stato adottato all'unanimità dall’assemblea.Alla sessione hanno anche partecipato i rappresentanti di vari stati del continente. L’assenza dei delegati del governo peruviano è stata discussa sommariamente dai partecipanti. Miguel Palacín Quispe, coordinatore generale del Coordinamento Andino di Organizzazioni Indigene CAOI, che partecipa alla VII sessione, ha evidenziato che la globalizzazione neoliberale rappresenta un nuovo tentativo di conquista, simile a quella avvenuta 516 anni fa, che tentò lo sterminio dei popoli indigeni. ma se possibile più subdola. "Sotto la bandiera dello sviluppo impongono politiche distruttive per l'ambiente e i territori e violano i diritti individuali e collettivi dei popoli" - ha detto Palacìn.“Però siamo ancora vivi- ha sottolineato- e siamo passati dalla resistenza alla proposta. Noi popoli indigeni opponiamo a questa nuova invasione la nostra opzione di Buon Vivere per tutta l’umanità, basato sui nostri valori e pratiche ancestrali di complementarietà, equità e reciprocità tra gli uomini, i popoli e Madre Natura."
Sul tema alcuni giorni da il Fondo Indigena ha presentato tre pubblicazioni dal titolo "Buen vivir e Sviluppo con Identità" a La Paz, Bolivia, per contribuire alla riflessione e al dibattito sulle sfide e il contributo dei popoli indigeni nel continente americano. In uno scenario che prende come contesto di riferimento la concertazione e lo sviluppo identitario le tre pubblicazioni si basano sulla proposta di un modello di sviluppo plurale che promuove la convivenza, il rispetto, la solidarietà in armonia con la natura e l'arricchimento mutuo tra le culture e i popoli, attraverso il recupero delle tradizioni ancestrali.
Alla presentazione dei testi hanno partecipato leader indigeni di 12 paesi del continente, autorità del Fondo Indígena, rappresentanti del gobierno boliviano, delegati di organismi di cooperazione internazionale. I contenuti specifici si riferiscono a la visione indigena su tre temi specifici: Visione dell'ONU e Cooperazione Internazionale, Tendenze delle Instituzioni statali rispetto allo Sviluppo Indigeno in America atina e Caraibi e Globalizzazione: una piattaforma di esclusione per i popoli indigeni.México DF, 07 de Noviembre de 2008 Comunicaciones CAOI - COORDINADORA ANDINA DE ORGANIZACIONES INDÍGENAS- CAOI

lunedì 10 novembre 2008

Lamerica Latina secondo Obama


A poche ore dall'elezione di Obama, il mondo si chiede quali saranno realmente i cambiamenti nella politica estera e commerciale degli Stati Uniti. Poche settimane fa, Le Monde Diplomatique ha pubblicato una lunga analisi sulle prospettive dell'America Latina nel dopo Bush.Di seguito i punti principali del documento in italiano.


L'America Latina nell'epoca Obama


Laura Carsen – per Le Monde Diplomatique


Le politiche annunciate da Obama per l'America Latina coniugano conservatorismo e alcune rilevanti novità. In generale si auspicano buone possibilità per una revisione delle politiche adottate nelle ultime decadi.Il grande dibattito su quanto Obama potrebbe cambiare la disastrosa politica estera nordamericana generalmente è focalizzato sul Medio Oriente. Questo ha un senso preciso: nessun'altra regione ha patito tanto il peso della strategia della Sicurezza Nazionale di Bush, come dimostra ad esempio il bilancio delle morti in Iraq che parla di oltre 4 mila soldati americani e di circa 1 milione di iracheni.Esiste tuttavia anche un' altro dibattito politico meno visibile, ma non per questo meno sentito sull'America Latina.Nel documento di Obama - Una nuova cooperazione per le Americhe - si affronta il tema della politica estera nella regione a patire da tre punti principali, che richiamano le “quattro libertà” di F. D. Roosevelt: libertà politica, democrazia, liberazione dalla paura (sicurezza), e dai bisogni (povertà). La nuova equipe per la politica estera di Obama, è formata tanto da veterani duri quanto da nuovi pensatori, e sembra essere in costante evoluzione. Questa eterogeneità traspare nella proposta per l'America Latina, nel quale si evince tanto un' appoggio alla linea dura del Plan Colombia quanto nell'opposizione ad un accordo di libero commercio tra Washington e Bogotà.Il capitolo sulla libertà politica si concentra sulla politica cubana. Si propone di eliminare le restrizione alla mobilità verso l'isola e di liberare le rimesse monetarie. Il documento suggerisce che anche la fine dell'embargo è solo questione di tempo e non di principi.Altri elementi di rottura con la politica di Bush includono il tema” La Democrazia comincia in Casa” che promuove la lotta a ogni forma di tortura, e la chiusura delle prigioni dislocate all'estero e delle detenzioni indeterminate; cosi' come la chiusura del centro di detenzione di Guantanamo. Il tema “liberarsi dai bisogni” indica un maggior sostegno degli Stati Uniti per uno sviluppo “ dal basso verso l'alto (bottom up), si concentra infatti su temi quali la micro-finanza, sulla formazione professionale, e sui programmi di sviluppo comunitario. Nel programma viene sottolineata la necessità di sviluppare criteri di valutazione e di rinforzare la lotta contro la corruzione. Altri punti chiave includono il raggiungimento degli obiettivi del Millennio (Millenium Goals dell'ONU), la riduzione del deficit nell'educazione, in particolare per donne e bambine, e l'annullamento del 100% del debito per la Bolivia, Guaina, Haiti, Honduras, Paraguay e Santa Lucia; oltre all'avvio dei lavori per la riforma del Fondo Monetario Internazionale (FMI) e della Banca Mondiale.Tali proposte vanno ben al di là dei tradizionali programmi dei candidati democratici. La cancellazione del debito e le riforme delle Istituzioni Finanziarie Internazionali sono delle necessità per le quali i movimenti sociali si battono da anni. Il fatto pero' che tali questioni siano incorporate nel Piano di Obama per l'America Latina potrebbe indicare che egli ha dato ascolto a voci nuove ed è disposto ad includere questioni inerenti alla Giustizia Sociale o alla riduzione della povertà. Nell'integrazione economica regionale, il Programma di Obama segna una rottura con i precedenti paradigmi. Egli infatti invoca il “Commercio Equo”, l'alterazione del Nafta, l'opposizione agli accordi fra gli Stati Uniti e la Colombia, ed include la possibilità di offrire la cittadinanza per i lavoratori immigrati e le loro famiglie. Il suo programma per l'America Latina lancia concrete possibilità circa la partecipazione degli immigrati nella diplomazia pubblica.L'aspetto che comunque rimane più' controverso e conservatore è rappresentato dalle “Politiche della Sicurezza”. Esse hanno provocato diverse controversie tra progressisti latini, latino americani e gli analisti di politica regionale.Obama ha infatti lanciato il suo Piano poche settimane dopo l'attacco del governo colombiano a un accampamento delle Farc in Ecuador. La maggioranza delle Nazioni del continente, con l'eccezione della Colombia, appoggiata dagli Stati Uniti, hanno condannato l'incursione, per il fatto che essa violava il Diritto Internazionale e per il fatto che i guerriglieri non fossero stati attaccati per auto-difesa, ma colpiti invece nel sonno.L'incursione militare è stata l'opportunità per dimostrare quanto il Diritto Internazionale dovrebbe essere al di sopra delle alleanze ideologiche, ma Obama si è invece comportato dimostrando esattamente il contrario. Egli non soltanto ha giustificato l'attacco del Governo di Uribe, ma ha suggerito che:“Il Programma Andino contro la droga deve continuare ad essere implementato, di modo che possa rispondere efficacemente all'evolversi della situazione. Appoggeremo pienamente la lotta della Colombia contro le Farc. Lavoreremo con il Governo per porre fine al regno del terrore messo in atto dai paramilitari della destra. Appoggeremo anche il diritto di questo paese di attaccare i terroristi che cercano rifugio oltre le frontiere nazionali. E denunceremo i governi vicini che forniscono appoggio alle FARC. Questo comportamento deve essere sottoposto ad una condanna a livello internazionale e regionale. Qualora fosse necessario, adotteremo misure drastiche. La situazione così non può andare avanti.”L'entusiastico appoggio ad Alvaro Uribe, nella guerra contro le Farc non si è pero' tradotto in un cambiamento delle attitudini del governo colombiano. Uribe ha disdegnato Obama pubblicamente per la sua opposizione all'Accordo di Libero Commercio tra Stati Uniti e la Colombia. Inoltre egli aveva già organizzato una visita del candidato repubblicano McCain, esprimendogli il suo appoggio.Un'altra questione legata alla sicurezza è quella dei rapporti con il Messico. Il testo di Obama per l'America Latina appoggia il Plan Mexico e propone “nuove iniziative per garantire la sicurezza con i nostri vicini latino-americani, che si estenderanno anche all'America Centrale.”Il Messico e la Colombia sono le uniche grandi nazioni dell'America Latina governate dall'estrema destra. Appoggiare il modello militare e poliziesco incorporati dai Plan Colombia e Messico, e la tentazione di coniugare la cooperazione regionale degli Stati Uniti con il coinvolgimento militare, contraddice in maniera evidente i principi roosvetliani invocati nel resto del documento. In proposito al Plan Colombia Obama ha affermato: “Appoggio il Piano Colombia. Ma un'attenta osservazione è importante per sapere se il nostro aiuto alla Colombia si traduce in una corretta combinazione tra lotta al narcotraffico e l'appoggio agli sforzi legittimi per l'agricoltura.”In relazione al Plan Messico Obama sostiene:“Dobbiamo esaminare attentamente la recente richiesta del Governo in relazione al Piano Messico, Il Congresso ha già destinato US$ 465 milioni di dollari al Plan Messico ed è presente un'altra richiesta per lo stesso pari a US$ 400 milioni, che dovrebbero essere erogati nell'anno fiscale 2009.”Riferendosi all'America Latina Barak Obama ha concluso affermando che: “e' giunto il tempo per una nuova alleanza delle Americhe. Dopo anni di politiche disastrose è arrivato il momento di realizzare nuove leaderships per il futuro. Dopo diverse decadi di politiche che puntavano a Riforme dall'alto verso il basso abbiamo bisogno creare un'agenda che promuova la democrazia, la sicurezza e maggiori opportunità “dal basso verso l'alto. E' per questo che le mie politiche per l'America Latina saranno orientate da principi semplici: ciò che è giusto per le popolazioni delle Americhe è giusto per gli Stati Uniti.”Preso da solo, il contenuto di questa frase rappresenta una totale inversione di rotta nella storia delle relazioni del Nord America nella regione. Toccherà adesso stare a vedere se le promesse fatte non resteranno slogan elettorali ma si tradurranno in effettivi cambiamenti rispetto alle politiche adottate nelle scorse decadi.


Le Monde Diplomatique

lunedì 3 novembre 2008

Un ritorno all'agricoltura dopo il crollo finanziario?

Mentre il sud-est asiatico cerca una cura alla crisi finanziaria globale, i suoi leader cominciano a guardare al settore informale, in particolare all’agricoltura, come una possibile fonte di occupazione...continua

Più acqua e più sanità

“La sanità potrebbe essere la chiave per il successo o il fallimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDG). "È una vera e propria bomba a orologeria pronta ad esplodere, in termini di salute e ambiente”, ha detto Damas Mashauri ai partecipanti ad un seminario su acqua e sviluppo sostenibile in corso a Johannesburg, Sud Africa...continua