sabato 21 marzo 2009

Il Guatemala oggi

I dati macroeconomici indicano un paese in crescita (crescita pil 2007 4.8%), con un’inflazione relativamente bassa (circa 6% prima del rialzo dei prezzi del petrolio), un debito pubblico sotto controllo (21% rapporto debito/PIL) e un debito estero tra i piu’ bassi dell’America Latina (31.4% del PIL). Tuttavia gli indici di sviluppo umano posizionano il Guatemala tra i paesi piu’ arretrati del continente.

Piu’ nel dettaglio, con un Indice di Sviluppo Umano pari a 0.696, il Guatemala si situa al 121° posto su 179 paesi. Il 56% della popolazione vive sotto la soglia di poverta’. La mortalita’ infantile e’ di 43 su 1000 entro i primi 5 anni. Il tasso di alfabetizzazione adulta e’ del 72% (107°).
La distribuzione della popolazione e’ tipica dei paesi “sottosviluppati”, in cui abbondano i giovani. Il 43% della popolazione ha meno di 15 anni e quelli che ne hanno piu’ di 65 sono solo il 4.3%.

Le ragioni di uno sviluppo umano cosi’ basso vanno ricercate nelle forti disuguaglianze sociali all’interno del paese: l’economia sta crescendo ma non produce vantaggio per tutti. La ricchezza –come la terra- e’ fortemente mal distribuita.
L’indice che misura le disuguaglianze dei guadagni (e salari), quello di Gini (wiki), e’ per il Guatemala di 55.1.
I paesi con un regime di welfar state, nei quali lo stato si sforza di garantire una certa equita’ sociale, raggiungono risultati simili a quelli di Svezia (25) e Germania (28.3).
Risultera’ interessante dare un’occhiata anche ai valori degli Stati Uniti (40.8), di altri paesi dell’america latina come –ad esempio- Messico (46.1) e Brasile (57.0), e al paese con l’indice peggiore riportato: la Sierra Leone con 62.9.

Un altro dato sconcertante relativo alla disuguaglianza economica e’ quello relativo alle differenze dei guadagni del quintile (wiki:quintile) piu’ ricco e di quello piu’ povero della popolazione. Al primo corrisponde il 59.5% del reddito totale; mentre all’altro solo il 2.9%.
Inoltre, il 10% piu’ ricco guadagna 48.2 volte quello che guadagna il decile piu’ povero.

Quali sono le ragioni storiche di tale disuguaglianza? Le ipotesi sono varie.
Prima di tutto una causa e’ la guerra civile: dopo il golpe (1954) si sono succeduti governanti reazionari e solidali con i ceti ricchi, con i proprietari e gli industriali. Il golpe e’ stato attuato PER bloccare le riforme sociali del precedente governo. Inoltre il clima di conflitto non ha permesso ai gruppi sociali (lavoratori, ceti poveri) di attuare le rivendicazioni che avrebbero potuto portare a dei miglioramenti.

In secondo luogo la diffusione del modello liberista e dell’ideologia del PIL ha portato a ricercare l’ingresso di valuta estera e di conseguenza l’aumento delle esportazioni, del caffe’ in particolare. Cio’ ha favorito il modello delle grandi aziende produttrici ed esportatrici di tale prodotto, il modello del latifondo, il lavoro dipendente con basse retribuzioni.

Infine una forte rigidita’ fiscale nei conti pubblici, intesa come attenzione al contenimento della spesa pubblica e del deficit, accentuata dall’adesione del Guatemala al trattato di libero commercio con gli Stati Uniti, ha portato piu’ a tenere i conti in ordine che non a favorire la spesa sociale.
Infatti i livelli di spesa per l’educazione e la sanita’ (percentuali rispetto al PIL) sono i piu’ bassi di tutta l’America Latina.

Queste tre ragioni mettono in mostra come la poverta’ della gente del Guatemala sia frutto di scelte. Storiche o politiche, ma pur sempre scelte.

Per contro, almeno in campo economico, occorre fare una precisazione.
Il dato secondo il quale il reddito annuo medio a parita’ di potere d’acquisto e’ di 4333 dollari deve essere accostato ad altre due cifre notevoli della situazione del Guatemala.
La prima e’ che la popolazione urbana e’ solo il 47.2% del totale. Questo significa che molte famiglie sono impiegate nella produzione agricola finalizzata all’autoconsumo, quindi una parte della ricchezza (in questo caso vitale per il sostentamento della popolazione) viene prodotta e consumata senza essere conteggiata nelle statistiche ufficiali del PIL.
La seconda cifra e’ che secondo alcune stime nel settore informale sarebbe impiegato il 75% della popolazione attiva. Cio’ significa che un’enorme parte dei redditi non sarebbe conteggiata nelle statistiche, alterando quindi le valutazioni sulla poverta’ la quale, seppur rappresenta un grave problema sociale, risulta sovrastimata nell’analisi delle cifre ufficialmente dichiarate.

ARCHEOLOGIA: FREGI MAYA SCOPERTI IN GUATEMALA

Nella zona archeologica di El Mirador, nel nord del Guatemala, sono stati rinvenuti due pannelli di stucco lunghi all’incirca otto metri e raffiguranti dei e serpenti, mitologici protagonisti del “Popol Vuh”, il sacro “Libro del Consiglio” dei Maya, che dominarono il Centroamerica e il sud del Messico per oltre due millenni per poi scomparire improvvisamente e misteriosamente nel 900 d.C.
El Mirador fu la loro più grande città. Si estendeva su una superificie di 2000 km quadrati, contava più di tre milioni di persone e venne fondata mille anni prima della più famosa Tikal. Inoltre, a differernza di quest’ultima, nota meta turistica, oggi El Mirador risulta invece una zona molto pericolosa, minacciata dalla deforestazione e dalla presenza di narcotrafficanti, di trafficanti illegali di reperti e di cacciatori.
In ottimo stato di conservazione nonostante l’età (300 a.C.), questi fregi decoravano una piscina che si trovava all’interno di una vasta rete di canali e che si pensa fosse frequentata da elementi dell’alta società.
Secondo Richard Hansen, direttore del dipartimento di antropologia dell’Univeristà dell’Idaho e consulente culturale dei Mel Gibson durante la lavorazione del film “Apocalypto”, questa scoperta dimostra che le storie del “Popol Vuh” non furono adattate alla religione cattolica da Francisco Jiménez, il frate spagnolo che nel 18° secolo scoprì il testo e lo tradusse in castigliano. L’archeologo statunitense, che sta esplorando il sito da molti anni, afferma infatti che i fregi sono i primi ritrovamenti in assoluto che presentano in forma scultorea i personaggi principali della mitologia maya: i gemelli HNella zona archeologica di El Mirador, nel nord del Guatemala, sono stati rinvenuti due pannelli di stucco lunghi all’incirca otto metri e raffiguranti dei e serpenti, mitologici protagonisti del “Popol Vuh”, il sacro “Libro del Consiglio” dei Maya, che dominarono il Centroamerica e il sud del Messico per oltre due millenni per poi scomparire improvvisamente e misteriosamente nel 900 d.C.
El Mirador fu la loro più grande città. Si estendeva su una superificie di 2000 km quadrati, contava più di tre milioni di persone e venne fondata mille anni prima della più famosa Tikal. Inoltre, a differernza di quest’ultima, nota meta turistica, oggi El Mirador risulta invece una zona molto pericolosa, minacciata dalla deforestazione e dalla presenza di narcotrafficanti, di trafficanti illegali di reperti e di cacciatori.
In ottimo stato di conservazione nonostante l’età (300 a.C.), questi fregi decoravano una piscina che si trovava all’interno di una vasta rete di canali e che si pensa fosse frequentata da elementi dell’alta società.
Secondo Richard Hansen, direttore del dipartimento di antropologia dell’Univeristà dell’Idaho e consulente culturale dei Mel Gibson durante la lavorazione del film “Apocalypto”, questa scoperta dimostra che le storie del “Popol Vuh” non furono adattate alla religione cattolica da Francisco Jiménez, il frate spagnolo che nel 18° secolo scoprì il testo e lo tradusse in castigliano. L’archeologo statunitense, che sta esplorando il sito da molti anni, afferma infatti che i fregi sono i primi ritrovamenti in assoluto che presentano in forma scultorea i personaggi principali della mitologia maya: i gemelli Hunapú e Xbalanqué, le cui gesta, pur ricordando molto quelle di Gesù Cristo, risalgono a 300 anni prima della sua nascita.
I fregi raffigurano i gemelli – nati da una vergine – mentre escono dal regno di Xibalbà portando con sé la testa del padre, che era stato decapitato dai padroni di questa specie di inferno. Grazie alla loro vittoria, i due fratelli ascesero al cielo sottoforma rispettivamente di sole e di luna. Quindi, nonostante le chiare similitudini con la tradizione cristiana che fino a questo momento si credevano fossero state esplicitate ad opera di Jiménez, le raffigurazioni dei fregi dimostrano invece che la leggenda precede l’avvento del Cristianesimo.unapú e Xbalanqué, le cui gesta, pur ricordando molto quelle di Gesù Cristo, risalgono a 300 anni prima della sua nascita.
I fregi raffigurano i gemelli – nati da una vergine – mentre escono dal regno di Xibalbà portando con sé la testa del padre, che era stato decapitato dai padroni di questa specie di inferno. Grazie alla loro vittoria, i due fratelli ascesero al cielo sottoforma rispettivamente di sole e di luna. Quindi, nonostante le chiare similitudini con la tradizione cristiana che fino a questo momento si credevano fossero state esplicitate ad opera di Jiménez, le raffigurazioni dei fregi dimostrano invece che la leggenda precede l’avvento del Cristianesimo.

El Salvador: i lavoratori e i contadini vincono le elezioni presidenziali

In El Salvador, una delle classi dominanti più reazionarie in America latina è stata cacciata all’opposizione. Le masse hanno respinto con successo lo scandaloso tentativo di frode elettorale preparato da Arena, il partito reazionario di destra fondato da Roberto D’Aubisson, leader degli squadroni della morte anticomunisti...continua

Juana Vasquez Arcon e la lotta per ritrovare una cultura negata

San Benedetto del Tronto | Allargare gli orizzonti: questa mattina gli studenti hanno incontrato Juana Vasquez Arcon, collaboratrice del Nobel per la Pace Rigoberta Menchú Tum.

Juana Vasquez Arcon

Si sono ritrovati, all'auditorium comunale di San Benedetto, alcuni studenti di una classe del liceo classico "Leopardi" e di due dell'istituto alberghiero "Buscemi" per dare il benvenuto ed ascoltare la toccante ed istruttiva testimonianza di Juana Vasquez Arcon, stretta collaboratrice del premio Nobel per la Pace Rigoberta Menchú Tum.

Giunta in Italia grazie ad una stretta collaborazione tra l'amministrazione comunale e il collettivo MOIE-Guatemala, la Azcon è stata accolta con grande partecipazione e calore sia dagli studenti che dall'assessore alla cultura Margherita Sorge, dal consigliere per le Pari Opportunità Palma Del Zompo, dalla presidente del collettivo Angela Priori e da Antonella Nonnis della sezione MOIE di San Benedetto.

La Arcon ha parlato della situazione di segregazione in patria che vivono i Maya in Guatemala, che nonostante costituiscano la stragrande maggioranza della popolazione, continuano ad essere esclusi sia dalla vita politica che da quella sociale. La Arcon ha ripercorso la storia delle lotte del proprio popolo e le battaglie che la stessa Menchú sta affrontando per il benessere del suo popolo.

"Voi parlate di "scoperta dell'America" - spiega la Arcon - ma noi parliamo di "conquista". Con la venuta degli Spagnoli il nostro popolo è stato costretto a cambiare la propria cultura, a tagliare le proprie radici. Dopo 500 anni, vogliamo riprenderci quello che ci è stato ingiustamente tolto: la nostra cultura, il nostro sapere, la nostra vita. Ci stiamo battendo, stiamo cercando di rompere un silenzio che dura da decenni. Non solo ci stiamo organizzando per poter entrare attivamente nella vita politica ma stiamo anche cercando di fondare un Università Maya per ritrovare non solo la nostra cultura ma per scoprire anche le altre".