martedì 8 aprile 2008

Rapporto tra democrazia e diritti umani

Questo articolo è per riflettere sul senso profondo dei diritti.


Storicamente la democrazia e i diritti umani sono stati considerati come fenomeni distinti, relativi ad aree differenti della sfera politica: la democrazia come una questione di organizzazione del governo, i diritti umani come un problema relativo ai diritti individuali e alla loro tutela.
I diritti umani assumono l'individuo come punto di riferimento, e sono volti a garantire ai singoli le condizioni minime necessarie per conseguire una vita specificatamente umana. I dati sulle violazioni dei diritti umani perpretate sotto i regimi dittatoriali hanno mostrato che il tipo di sistema politico all'interno di un paese è lungi dall'essere irrilevante per lo standard dei diritti umani goduti dai suoi cittadini.
Ma quali sono i dirittti umani in una democrazia?
Sicuramente non ci si può limitare ai diritti politici e civili, ma bisogna tenere conto anche dei diritti economici, sociali e culturali.
Lo sviluppo economico e la salvaguardia dei diritti economici non sono la stessa cosa, quindi non ne consegue che lo sviluppo economico, misurato quantitativamente in termini di Prodotto interno lordo pro capite, in assenza di strutture sociali, istituzioni economiche e politiche pubbliche adeguate ad assicurarli, farà nascere di per sè i diritti economici e sociali.
Alti livelli di crescita economica sono perfettamente coerenti con un marcato grado di disuguaglianza economica e con una erosione sostanziale dei diritti economici. Essere interessati ai diritti economici vuol dire occuparsi della distribuzione della crescita economica: non tanto per assicurare l'uguaglianza, quanto per garantire il minimo vitale per tutti.
L'uguaglianza civile e politica non richiede un livellamento economico assoluto. Ma essa risulta fortemente compromessa se da una parte i privilegiati possono usare la loro ricchezza o il loro status per acquistare un'influenza politica indebita;oppure se i poveri sono talmente deprivati da diventare incapaci di esercitare qualsiasi diritto civile o politico. Il primo problema può essere affrontato meglio restringendo l'influenza della ricchezza sulla vita politica: per mezzo di leggi che prevengano concentrazioni di proprietà dei mezzi di comunicazione di massa, che pongano dei limiti alle risorse impiegate nelle campagne elettorali, che richiedano trasparenza sulle fonti dei finanziamenti ai partiti e così via. Il secondo problema, quello legato all'esclusione, richiede un intervento diretto per garantire i diritti economici e sociali.
La condizione fondamentale per l'esercizio dei nostri diritti civili e politici è la tutele della vita, e ciò richiede sia sicurezza fisica che accesso alle necessità primarie dell'esistenza: mezzi di sussistenza, una casa, acqua pulita, condizioni igienche minime e assistenza medica di base. Senza vita non possiamo perseguire un'esistenza distintamente umana, o esercitare i diritti e le libertà che ne sono caratteristici. Alla lista dei diritti economici di base menzionati sopra dovremmo aggiungere il diritto all'istruzione. L'educazione è necessaria per l'acqusizione di altri diritti economici. Senza adeguate conoscenze nutrizionali e sanitarie, la garanzia di un reddito di base o quella di condizioni igieniche minime si riveleranno insufficienti. L'educazione fornisce inoltre le abilità necessarie per avere un'occupazione, cioè il mezzo più sicuro per garantire un reddito di base e gli altri diritti economici.
L'educazione è perciò un diritto economico e politico chiave, la cui negazione danneggia in modo particolarmente grave il principio democratico dell'uguaglianza civile e politica.
Non vi è investimento migliore che un paese possa fare di quello nella salute e nell'educazione della propria forza lavoro presente e futura. Il punto prioritario in un programma di diritti basilari non è se abbia luogo uno sviluppo economico, ma di che tipo sia questo sviluppo, e come vengano distribuiti i suoi benefici.
Una società democratica se deve essere fondata sul consenso generale, richiede sia le istituzioni della proprietà privata e del libero scambio che la garanzia dei diritti economici di base. Sebbene a un livello superficiale questi due requisiti sembrino essere in conflitto, a un livello profondo la giustificabilità morale e l'accettabilità sociale dei primi dipendono dalla garanzia dei secondi.

Tratto da "Diritti umani e democrazia cosmopolitica"
Archibugi - Beetham
Ed. Feltrinelli

2 commenti:

michela ha detto...

Consiglio due bei libri per approfondire questo argomento:
A. Sen, "la democrazia degli altri: perchè la democrazia non è un valore dell'occidente"
A. Sen, "Lo sviluppo è libertà"

A me hanno cambiato di molto il modo di vedere le cose....

Buona lettura!
michela

Anonimo ha detto...

oh questa sì che è una buona idea, una bacheca virtuale per consigli di buone lettue!!!
a breve leggerò i due libri consigliati!!!
a proposito di consigli da poco ho ripreso a leggere l'Internazionale periodico che raccoglie articolo da tutti quotidiani del mondo, ve lo consiglio, in qualche modo permette di avere gli orizzonti un pò più ampi su quello che accade intorno a noi....., Chinchia